Marion Klein, lei si è presa carico dell’azienda di famiglia Pack Easy nel 2009. Negli ultimi 50 anni l’azienda si è fatta un nome fuori dalla Svizzera, soprattutto in Europa. Com’è iniziato questo processo di internazionalizzazione a Emmen, nel Canton Lucerna?
Le competenze chiave dell’azienda si sono sviluppate in due ambiti impregnati di tradizione: il passato come azienda di produzione di valigie e borse, con 150 dipendenti, autentica espressione dell’artigianato svizzero, che ha mosso i primi passi con la registrazione del brevetto del telaio in alluminio. E poi l’evoluzione della SWISS TRAVEL SOLUTIONS, che ha preso avvio con l’avvicendamento generazionale del 2009.
L’azienda è attualmente alle prese con un radicale processo di digitalizzazione. Ci approcciamo proattivamente con i nostri stakeholder.
Con la sede a Emmen e il Swiss Service Center puntate con convinzione sulla Svizzera come sede di attività. È questo il segreto del successo della vostra strategia d’esportazione?
È piuttosto il risultato della nostra strategia di internazionalizzazione. Da un canto la composizione internazionale del nostro organico, come di molti fornitori e partner commerciali, è parte del nostro networking. Dall’altro c’è l’internazionalizzazione della collaborazione tra design/sviluppo e produzione. Attuiamo cooperazioni in tutto il mondo e continuiamo ad ampliare le nostre competenze linguistiche e interculturali. Le persone di altri Paesi, siano esse clienti, partner o dipendenti, devono sentirsi le benvenute nella nostra azienda. Ci adoperiamo soprattutto per consolidare e ampliare la nostra cultura aziendale improntata all’internazionalità. Quest’approccio valoriale migliora costantemente il contesto iniziale ai fini del posizionamento internazionale di Pack Easy.
Da quattro anni i prodotti Pack Easy vengono venduti anche attraverso un proprio shop online. Quali sono i vantaggi di questo canale di vendita digitale?
Le tecnologie ci permettono maggiore agilità e quindi nuove modalità di pensiero strategico e operativo da attuare sul mercato (sia B2B che B2C). Le sei dimensioni mercato, clientela, organizzazione, forme di lavoro, strategia e trasformazione devono di volta in volta acquisire specifica priorità all’insegna della flessibilità e devono essere collegate tra loro. A tal fine occorrono competenze globali, tecniche e relazionali nella cultura organizzativa e manageriale e il know-how dell’universo dei dati.
In effetti non solo i processi diventano sempre più rapidi, ma anche i mutamenti sono più ravvicinati e radicali. Ma a seguito delle interconnessioni tra i processi – internamente alle aziende e tra le aziende – è sempre più difficile prevedere questi mutamenti. Il collegamento con i nostri clienti attraverso lo shop online e i social media ci mantiene però agili e flessibili. In questo modo Pack Easy è in grado di recepire tempestivamente e con sensibilità i mutamenti che avvengono sul mercato. D’altronde ci siamo lanciati nel mondo digitale con il nostro sito web fin dal 1997, con precocità e lungimiranza, per rendere accessibile a clienti e partner l’azienda con i suoi prodotti e servizi.
Dal 2017 il programma prevede l’ingresso su mercati esterni all’Europa. Perché in questa fase vi focalizzate sui mercati della Cina, dell’Iran e della Corea? Il potenziale di crescita in Europa si è esaurito?
Il potenziale di crescita che ci interessa risiede principalmente in sinergie e non tanto nei volumi. L’attuale opera di digitalizzazione permette, grazie alle app interconnesse, di far interagire valori diversi (ad es. efficienza vs. cambiamento) e modalità di azione diverse (ad es. processi decisionali gerarchici o agili) in modo da porre in rilievo non le differenze ma le maggiori risorse che ne derivano.
Cina, Iran e Corea sono Paesi nei quali già disponiamo di ottimi e consolidati rapporti d’affari e partner e dove in secondo luogo, grazie alla semplificazione dell’accesso al mercato per effetto di progressi tecnologici e della liberalizzazione degli scambi internazionali, in particolare degli accordi di libero scambio stipulati dalla Svizzera, è possibile non solo un processo di internazionalizzazione (attività commerciale all’estero) ma anche un processo di networking a livello mondiale nell’ottica della globalizzazione. Soprattutto quest’ultimo aspetto ci fornisce il potenziale di crescita che stiamo cercando: sinergie transculturali!
Voi offrite alla vostra clientela anche la possibilità di personalizzare i prodotti. È una scelta necessaria per emergere nel competitivo mercato della valigeria?
Sorprendere positivamente il cliente è il nostro modo per fornirgli quel quid in più di inatteso. Quel qualcosa che non ci si aspetta da un produttore di valigie, ma che rende a ciascuno il viaggio più godibile e speciale, un apprezzamento per chi viaggia. Viaggiare diventa così inaspettatamente più semplice! EASY!
Cosa suggerisce alle altre PMI svizzere che vogliono crescere sui mercati europei?
Chi guida aziende, processi e progetti non può permettersi giudizi stereotipati. Dobbiamo invece pensare sempre, a tutti i livelli, a come sfruttare i diversi mondi esperienziali in modo da far nascere sinergie difficilmente replicabili da altri.
Strutture e processi improntati alla sicurezza richiedono agilità, in modo da poter svolgere entrambe le funzioni: legame con le tradizioni e innovazione. Vince chi riesce a trovare il giusto equilibrio fra tradizione e innovazione.