Competenza

“Sono sicuro che Il nostro modello si affermerà”

Nella sua intervista, Andreas Gerber, responsabile Affari PMI presso Credit Suisse, presenta cosa si prospetta per le PMI dal punto di vista del CS, in merito al supporto, e quali sono i preziosi insegnamenti derivanti dalla gestione della crisi.

Andreas Gerber

Signor Gerber, dalla fine di marzo le banche concedono crediti in modo semplificato. Nell’intervista alla Handelszeitung, il capo di CS André Helfenstein prevedeva un grande afflusso. Come è stato?

C’è stato un grande afflusso, ma l’abbiamo gestito bene. A tale scopo abbiamo istituito una task force e abbiamo potuto contare su 150 persone in più. Complessivamente sono state 700 le persone a disposizione delle nostre PMI e i nostri team hanno lavorato continuamente dal giovedì mattina fino al lunedì sera. Soltanto il martedì, quindi 5 giorni dall’avvio del nostro programma, abbiamo notato un certo appiattimento.

Quante PMI è già stato possibile sostenere? Quali settori sono stati rappresentati particolarmente bene?

Complessivamente è stato fornito supporto a 60’000 PMI, il numero delle PMI supportato da Credit Suisse è stato pari a 12’000. Il contributo menzionato complessivamente era superiore a 14 miliardi di franchi. Con il finanziamento COVID-1, per coloro che avevano una certa urgenza non abbiamo ancora informazioni dettagliate in merito ai settori. Partiamo però dal presupposto secondo cui si tratti, analogamente alla preoccupazione, di imprese della ristorazione e del settore alberghiero, del turismo o ad esempio, di parrucchieri. Sono in parte interessate anche aziende commerciali. Dall’altro lato vi sono stati coloro che se ne sono approfittati: non bisogna dimenticare che l’industria online è riuscita a guadagnare clienti in questi tempi e a aumentare i profitti con la clientela esistente.

Ha riferito in merito al fatto che si è dovuto, in parte, procedere rapidamente: sul sito viene riportato che la disponibilità avviene dopo poche ore. Siete stati in grado di rispettare i tempi previsti?

Grazie al nostro particolare impegno siamo riusciti a mantenere le tempistiche promesse, di questo siamo particolarmente fieri. Abbiamo avviato un processo digitale sistematico, per il credito più veloce, l’intero processo ha richiesto solo 10 minuti.

Che cosa devono osservare le PMI affinché tutto si svolga in modo rapido e senza problemi? Quali sono state le domande più frequenti? 

In realtà ci sono stati pochi problemi. Talvolta, all’insegna della velocità, ancora una volta ribadiamo il concetto della rapidità, nella compilazione frettolosa dei formulari sono stati commessi alcuni errori. In generale bisogna fare attenzione ai dati, che devono essere reali e corrispondere alle circostanze. Il processo è intuitivo. Nel frattempo, però, il formulario è stato adattato più volte al fine di ridurre al minimo il numero di errori. 

Secondo lei: in che modo le PMI possono considerare la crisi legata al coronavirus come un’opportunità?

Quando si deve superare un periodo di crisi, nessuno lo fa volontariamente, si devono porre le giuste domande e vanno tratte conclusioni: quali sono le principali vulnerabilità della mia impresa? Che cosa succede al mio modello di business in situazioni di stress estremo? Come si comporta la mia clientela e qual è la stabilità della mia catena del valore? Per la gestione delle crisi queste lezioni sono di fondamentale importanza per un’azienda.

Che cosa possono ancora aspettarsi le aziende da Credit Suisse in merito al supporto?

Stiamo già naturalmente pensando al periodo dopo la crisi. La vicinanza ai clienti è uno dei nostri punti di forza e proprio ora, durante la crisi, è l’aspetto più importante. I nostri collaboratori e le nostre collaboratrici lavorano in home office, però sono in un ancor più stretto contatto con i nostri e le nostre clienti, al fine di fornire loro il supporto necessario. Attualmente, ad esempio, siamo pronti a sospendere determinati ammortamenti o siamo un po’ più flessibili nella restituzione dei crediti. Dopo la crisi dovremmo accompagnare maggiormente le aziende e spiegare loro in che modo possiamo collaborare insieme, affinché possano riprendere nuovamente il loro daily business in modo rapido e si possano dedicare a questioni strategiche.

Una concessione di crediti di tale importo in Svizzera è straordinaria. All’estero vi sono attività simili?

In altri Paesi esistono programmi e le banche giocano un ruolo subordinato o nessun ruolo attivo. La suddivisione viene definita rispettivamente dallo Stato. Può anche funzionare, tuttavia, nel nostro modello vedo un chiaro vantaggio: attraverso l’eccezionale collaborazione della politica e della piazza bancaria siamo in grado di rispondere con grande precisione ai bisogni dell’economia. La Confederazione sostiene con certezze, ma le banche permettono di assicurare la distribuzione, che i vostri clienti conoscono al meglio. In questo modo possiamo operare con grande efficienza ed efficacia. Alcuni governi esteri ci hanno già contattati per informarsi in merito al nostro programma nel dettaglio, tra di essi la Germania, gli USA e il Regno Unito. Anche se la crisi non è ancora stata superata, un tale interesse mostra che il nostro modello è ben promettente e sono sicuro che si affermerà.

 

 

 

 


 

 

 

 

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